Fondazione Istituto Liszt onlus
Via A. Righi n. 30, Bologna, ore 17
CONVERSAZIONE-CONCERTO
Elisabetta Andreani, contralto
Guido Salvetti, pianoforte
PROGRAMMA
Giovanni Sgambati (1841-1914)
Ballata
Che fai solinga lacrima
Evocazione
Perché
Panteismo
Serafina
Franz Liszt (1811-1886)
Du bist wie eine Blume
Im Rhein, im schönen Strome
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Elisabetta Andreani, diplomata in Canto e Musica vocale da camera, si è laureata in Musicologia e Beni Musicali. Recentemente ha conseguito un dottorato in Musicologia all’Università Saclay di Parigi, con una tesi sulla produzione italiana di liriche da camera su testi di Heine.
Come contralto, ha svolto un’importante carriera, con numerosi concerti sia nel repertorio vocale-sinfonico, sia con il pianoforte. Oltre che in prestigiose sale, teatri e festival italiani, si è esibita a Bratislava, Budapest, Madrid, Lugano, Odense (Danimarca) e Osaka (Giappone), sotto la direzione di Aldo Ceccato, Alberto Zedda, Angelo Campori, Otmar Maga e Gustav Kuhn.
Ha al suo attivo pubblicazioni sul Lied e sulla lirica da camera italiana. Ha inciso Le convenienze e inconvenienze teatrali di Donizetti per la Ricordi; con i Virtuosi di Praga il Dixit Dominus e il Salve Regina di Vivaldi (in prima esecuzione moderna) per le edizioni Lupulus.
È docente di Musica vocale da camera presso il Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza.
Guido Salvetti, musicologo e pianista, è autore di alcuni libri di successo sulla Storia della Musica, tra cui La nascita del Novecento (Edizioni di Torino) e Le Sonate per pianoforte e violoncello di Brahms (LIM). Le sue pubblicazioni spaziano dal Settecento strumentale italiano al Novecento storico.
È stato direttore del Conservatorio di musica “G. Verdi” di Milano dal 1996 al 2004; ivi ha ricoperto la cattedra di Storia e Analisi musicale e istituito il Corso Superiore di Musicologia nel 1984.
Come pianista, ha svolto e svolge costante attività sia come pianista-conferenziere, sia come collaboratore nel repertorio liederistico.
Dirige le collane Novecento Musicale Italiano (Guerini editore) e Repertori musicali (LIM). Dal 2006 al 2012 è stato presidente della Società Italiana di Musicologia. Attualmente è presidente della Società Editrice di Musicologia, per la pubblicazione online di edizioni critiche di musiche italiane inedite.
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Spesso si nomina Sgambati fra gli allievi di Liszt mentre sarebbe più appropriato ricordarlo come un musicista della cerchia romana del maestro ungherese. Con ciò non si vuole negare l’influenza che Liszt, reduce da stagioni fertilissime della sua carriera di interprete e di compositore ebbe su Sgambati, di 30 anni più giovane di lui, ma non si può nemmeno dimenticare che quando i due s’incontrarono, Sgambati, pur essendo poco più che ventenne, era già un musicista di solida fama: a sette anni aveva esordito quale pianista, e a tredici era stato nominato professore onorario dall’Accademia di S. Cecilia.
Mentre nella scrittura orchestrale il magistero lisztiano lascia tracce importanti, il programma di questa sera avvalora l’ipotesi di una sostanziale autonomia creativa di Sgambati nelle forme vocali: a fronte dei due brani di Liszt, che manifestano in modo esemplare i caratteri formali e stilistici del Lied tedesco, si ascoltano “melodie” di Sgambati, che pure ne conservano qualche tratto, ma che nella ricca varietà formale ricordano altri repertori: vi si colgono particolari modi di cantare popolareschi, echi dal mondo dell’opera italiana e da quello della mélodie francese, senza tuttavia che nessuno di essi venga assunto come modello prioritario.
La paletta formale di Sgambati, come pure il suo linguaggio armonico, sono molto vasti e differenziati, con echi di qualcosa di già udito, ma più spesso con soluzioni originali. Vi si nota una libertà di scrittura pianistica che riflette l’origine del compositore più dalla musica strumentale che da quella vocale e un sicuro gusto nel combinare le diverse influenze che circolavano in quei fervidi anni del secondo Ottocento. (R. D.)
Conversazione-concerto Heinrich Heine nelle melodie di Liszt e Sgambati