Fondazione Istituto Liszt
Via A. Righi n. 30, Bologna, ore 17
PROGETTO RAPSODIE UNGHERESI, II
Giacomo Fuga, pianoforte
PROGRAMMA
Franz Liszt
Rapsodia ungherese n. 3 in sib min.
Studio trascendentale n. 7 in mib magg. (Eroica)
Rapsodia ungherese in mib magg. n. 9
(Le Carnaval de Pest)
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da Harmonies poétiques et religieuses
“Funérailles”
Rapsodia ungherese n. 10 in mi magg.
Rapsodia ungherese n. 15 in la min.
(Rákóczi-Marsch)
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Se si eccettua la Rapsodia n. 2, si può dire che le Rapsodie ungheresi di Liszt non hanno goduto la fama di alcuni altri suoi brani, forse a causa di una cattiva stampa da parte della critica e dello scarso favore da parte degli interpreti (se si eccettuano alcuni “specialisti”). Per un invito all’ascolto del programma di questa sera, tentiamo di rilevare almeno alcuni tratti che smentiscono la dubbia fama di questi pezzi.
Si comincia con la Rapsodia n. 3, nella quale il virtuosismo così detto “esteriore” non appare affatto e piuttosto si avverte un clima meditativo, introverso, a momenti addirittura dolente. La Rapsodia n. 9 è uno dei pochi brani della raccolta che goda di una certa fortuna, ed uno dei pochissimi a portare un titolo: nonostante Liszt sia stato uno dei principali fautori della “musica a programma” solo raramente indirizza la fantasia degli ascoltatori delle Rapsodie con un titolo che ne indichi il contenuto descrittivo, come avviene per Il Carnevale di Pest. La successione dei tipici movimenti di Lassan e Friska è qui arricchita da numerosi temi intermedi che ben descrivono l’andamento di una festa imprevedibile per i suoi sempre nuovi spunti tematici e per le sue brillanti variazioni, alcune delle quali, tuttavia, conservano un carattere tranquillo ed elegante. La Rapsodia n. 10 è raramente proposta con il titolo di Preludio, proveniente sia dall’indicazione del primo tempo, sia dalla sua struttura libera e breve (simile appunto ad un Preludio). Anche qui il colore sentimentale prevalente è quello della festa, suggerito da frequenti andamenti di danza e dall’imitazione del cimbalom, strumento tipico delle orchestrine tzigane d’intrattenimento.
La Rapsodia n. 15, intitolata Rákóczi-Marsch, è uno degli arrangiamenti che Liszt fece del Canto di Rákóczi, dedicato al principale condottiero nella lotta che i principi di Transilvania combatterono per la loro indipendenza contro gli Asburgo (1703-1711). Si tratta di un motivo notissimo presso generazioni di ungheresi, che per i Filo-magiari era diventato simbolo di indipendenza anche dalla tradizione musicale tedesca. Liszt, con la Rapsodia n. 15, onorò questo sentimento popolare, ma nello stesso tempo ne prese le distanze. Il brano, infatti, nacque durante il soggiorno del compositore a Weimar, nel pieno del dibattito sulla “Scuola neotedesca” della quale egli stesso era paladino: non di una opposizione fra due tradizioni, dunque, doveva trattarsi, ma di una convergenza fra stilemi melodici e ritmi diversi.
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Nato nel 1962, Giacomo Fuga si è diplomato in pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Torino a diciassette anni, con il massimo dei voti e la lode, ed ha compiuto studi di Composizione e di Direzione d’orchestra.
Premiato in concorsi pianistici internazionali tra cui il “Rina Salagallo” di Monza (1980), il “Viotti-Valsesia” e il “Viotti” di Vercelli (1981), ha subito intrapreso una intensa attività concertistica in sale prestigiose quali la Salle Cortot di Parigi, la StefanienSaal di Graz, il Conservatorio di Ginevra, la Bunka Kaikan di Tokio, l’Auditorium della RAI di Torino, la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, l’Auditorium del Foro Italico di Roma.
Dal 1987 è componente del Trio di Torino, vincitore del Primo Premio al Concorso Internazionale “G.B. Viotti” di Vercelli (1990) e del Secondo Premio al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Osaka (1993), col quale svolge una prestigiosa attività concertistica. Nel 1995, nella formazione di quintetto ha vinto il 2° premio al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Trapani. Suona inoltre in duo pianistico a 4 mani con la sorella Carlotta e collabora con le prime parti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai (Alessandro Milani, Ula Ulijona e Massimo Macrì).
La sua discografia comprende opere di Fauré, Dukas, Bizet e Sandro Fuga. Con il Trio di Torino ha registrato per la Real Sound musiche di Chopin, Brahms, Dvorak, Shostakovich e Rachmaninov. Per la Naxos ha inciso musiche cameristiche di Sandro Fuga, Petrassi e Cilea.
Attualmente è docente di pianoforte principale presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria.