Archivio di Gennaio 2018

QUADERNI N°17, 2017

INDICE DEL VOLUME – INDEX OF THE VOLUME

CSILLA PETHO-VERNETLiszt, les Bohémiens, le tambourin et l’orientalisme

NICOLAS DUFETELLiszt et les Ballades de Chopin

BRUNO MOYSANEnquête autour de la Sonate en Si mineur de Liszt: quand à la mesure 153 arrive cet étonnant «cantando espressivo»

LUIGI VERDIFranz Liszt e la sua musica nel cinema: bilancio e aggiornamento

 

AUTOGRAFI

GREGORIO NARDIDue lettere per Firenze: Giuseppe Buonamici e Karl Klindworth

 

RECENSIONI

MAURIZIO GIANI

Franz Liszt, Trois opéras de Richard Wagner considérés de leur point de vue musical et poétique. Tannhäuser – Lohengrin – Le Vaisseau fantôme, réunis, introduits et annotés par Nicolas Dufetel, Actes Sud, Arles, 2013

Franz Liszt, Wagner. Tannhäuser, Lohengrin, Il Vascello fantasma, a cura di Nicolas Dufetel, trad. it. di Alessandra Burani, Il Saggiatore, Milano, 2016

ANNA MARIA VOCI

Mariateresa Storino (cur.), Franz Liszt e Jessie Taylor Laussot Hillebrand. Un capitolo inedito della storia musicale dell’Ottocento, Libreria Musicale Italiana, Lucca, 2016

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BERNHARD MEIER, I Modi della polifonia classica descritti secondo le fonti, ed. it. a cura di Alberto Magnolfi

LIM, Lucca 2015, 584 pp. + xlvi

Già nel titolo, I Modi della polifonia vocale classica descritti secondo le fonti evidenzia la propria impostazione storicistica. Dichiarato intento dell’autore è infatti di guidare lo studioso a comprendere il significato dei modi ecclesiastici nella produzione di opere a più voci del Cinquecento, alla luce non delle posteriori esperienze compositive, ma delle conoscenze proprie dei musicisti dell’epoca. Per questo motivo, intenzionalmente elude le numerose speculazioni dei teorici di età illuminista e romantica, estimatori i primi del principio secondo cui i modi gregoriani rappresenterebbero una preparazione alle moderne gamme tonali – uniche razionalmente valide perché derivate dalla natura – i secondi dell’idea che l’antica modalità, pur costituendo un organismo compiuto con proprie regole, raggiunge comunque un ulteriore grado di sviluppo con l’avvento della polifonia. L’esigenza di rimuovere dall’indagine ogni contaminazione più o mena diretta con la contemporaneità è rafforzata dal riscontro di evidenti discordanze tra il pensiero del passato, così come espresso da numerosi trattatisti, e la sua ricostruzione ad opera dei teorici del XVIII e XIX secolo. Si osserva infatti che, sebbene la distinzione tra modi autentici e plagali in polifonia risulti ancora marcatamente evidenziata dalla trattatistica cinquecentesca, a distanza di 200-250 anni viene ritenuta priva di significato pratico. Ugualmente sminuito dalla posteriore critica appare il rapporto tra testo e musica, esplicitato attraverso l’osservazione di locali corrispondenze più o meno ricorrenti, che tuttavia vengono considerate di per sé e non in quanto effetto di precise scelte compositive.

Edizione rivista, con bibliografia aggiornata, di Alberto Magnolfi.

 

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LUIGI VERDI, Franz Liszt e la sua musica nel cinema

LIM, Lucca 2014, 520 pp.

Oltre che per la musica, Liszt è stato famoso per la sua vita romantica, ricca di colpi di scena e di avventure: tutto ciò ha contribuito a che divenisse protagonista anche nel cosiddetto gossip. Già in vita lo accompagnò una ricca iconografia, talvolta a carattere satirico, ed è comprensibile che un tale personaggio sia stato oggetto di tanta attenzione da parte del cinema, anticipando in un certo senso alcuna aspetti dello star system; per la varietà di situazioni che caratterizzarono la sua vita, è stato infatti uno dei musicisti più rappresentati sul grande schermo. La sua personalità ha ispirato il cinema soprattutto degli anni Trenta del Novecento, con l’avvento del sonoro: da allora sono stati una decina i film dedicati alla sua vita, cui se ne aggiungono circa altri quaranta in cui Liszt è apparso come personaggio secondario, oppure ‘spalla’ in film dedicati alla vita di altri compositori.

I film che hanno utilizzato musica di Liszt nella colonna sonora sono almeno trecento; tutti questi documenti ci permettono di avere un quadro molto interessante sulla ricezione dell’opera di Liszt presso il grande pubblico. Se l’uso della musica di Liszt nel cinema non è molto diverso da quello di altri compositori ‘classici’, tuttavia la sua è estremamente cinematografica, prestandosi in maniera esemplare a traslazioni simboliche che vanno molto di là di un semplice uso decorativo o descrittivo, divenendo spesso parte integrante della narrazione, in forma diretta o indiretta, esplicita o allusiva. La figura e la musica di Franz Liszt forniscono in definitiva l’occasione per sviluppare una trattazione più generale sul film biografico musicale e sull’uso della musica classica non solo nel cinema ma anche nella televisione e nei cartoni animati.

Luigi Verdi (Roma 1958) compositore, direttore d’orchestra e musicologo. Ha pubblicato numerosi saggi e monografie, fra cui Kandinskij e Skrjabin. Realtà e utopia nella Russia pre-rivoluzionaria (1996) e Aleksandr Nikolaevič Skrjabin (2010), interessandosi in particolare dei rapporti tra musica e arti visive. Tra le altre pubblicazioni Organizzazione delle altezze nello spazio temperato (1998) e Caleidocicli musicali. Simmetrie infrante dei suoni (2010). È titolare della cattedra di Composizione al Conservatorio di musica “Santa Cecilia” di Roma.

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MARIATERESA STORINO (cur.), Franz Liszt and Jessie Taylor Laussot Hillebrand: un capitolo inedito della storia musicale del secondo Ottocento

LIM, Lucca 2016, 326pp. + xvi.

Con contributi di Bianca Maria Antolini, Edoardo Bruni, Rossana Dalmonte, Maurizio Giani, Gregorio Nardi, Mariateresa Storino

L’amicizia tra Franz Liszt (1811-1886) e Jessie Taylor Laussot Hillebrand (1826-1905) ha inizio a metà Ottocento. Dopo i primi incontri in Germania, negli anni Sessanta i due musicisti si ritrovano in Italia: Liszt a Roma, Jessie Laussot a Firenze. Filantropi e sostenitori dei nuovi sviluppi della musica tedesca, entrambi si impegnano attivamente nella promozione della musica d’oltralpe sul suolo italiano.

Questo volume ricostruisce uno spaccato della vita musicale del secondo Ottocento attraverso la lente dell’amicizia di Liszt con la Laussot. Attorno ai due protagonisti scorrono i nomi di musicisti celebri (Bülow, Rheinberger, Richter, Wagner); le giovani promesse musicali italiane (Sgambati, Buonamici); intellettuali e artisti di ogni provenienza (Karl Hillebrand, Adolf von Hildebrand, Mario Pratesi).

Il riordino, l’estensione e l’approfondimento di questo quadro parte da Firenze per estendersi ad una più vasta riflessione sulla cosiddetta “rinascita” musicale italiana del secondo Ottocento. Da questa raccolta di saggi emerge un resoconto storico prezioso per colmare grandi lacune: dalla biografia di Wagner al ritratto umano e artistico degli ultimi decenni di Liszt; dai molteplici scambi culturali tra Italia e Germania alla ricchezza dei fermenti musicali della Nuova Italia.

 

Mariateresa Storino, diplomata in Pianoforte e in Didattica della musica, laureata in Musicologia cum laude all’Università di Bologna, si è addottorata in Scienze della musica all’Università di Trento. In qualità di relatrice è intervenuta in convegni nazionali e internazionali su temi che spaziano dalla musicologia storica, all’analisi e alla psicologia della musica.

Vincitrice del “Premio Liszt” con la tesi di laurea e del Premio “Psicologia e musica” con la tesi di dottorato, si dedica in particolare alla ricerca su aspetti inediti dell’opera e della biografia di Liszt e sull’estetica della musica romantica.

Oltre alla monografia Franz Liszt. Sonata in si minore (Albisani 2009) e alla prima edizione del Concerto sans orchestre di Franz Liszt (Rugginenti 206), fra le sue numerose pubblicazioni si segnalano i saggi: Solidarietà dei Popoli e idea di Patria: i poemi sinfonici di Augusta Holmès (Brepols 2016), Attorno al Simon Boccanegra: la trascrizione da Verdi nel contesto dell’opera dell’ultimo Liszt (Rugginenti 2014), The Never-Ending Story: Jeanne d’Arc au bûcher (Studia musicologica 2013).

Insegna Storia della musica nei conservatori italiani e collabora con la Fondazione Istituto Liszt di Bologna.

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