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Rossini, come Liszt, giunge a Parigi nel 1823 e l’anno successivo diviene direttore del Théâtre-Italien. La sua prima opera scritta per l’Opéra è in realtà una lussureggiante cantata scenico-celebrativa Il viaggio a Reims presentata per l’incoronazione di Carlo X. Presenta quindi pasticci e rifacimenti da opere scritte in Italia fino all’ apoteosi del Guillaume Tell del 1829. I rivolgimenti per la Rivoluzione del 1830 colpiscono però anche Rossini che si vede revocata la pensione concessa dal re. Per riottenenerla sarà costretto a un lungo e sfinente procedimento.
Gli anni ’30 portano profondi mutamenti nella sua vita: smette di comporre per il teatro, si separa dalla moglie, la grande soprano Isabella Colbran, e inizia la relazione con Olympe Pélissier che durerà tutta la vita.
Parigi in seguito ai moti italiani del 1831 diventa meta dei fuoriusciti politici, tra cui molti patrioti di origine bolognese come Carlo Pepoli, combattente e librettista per il teatro, suo è il libretto dei Puritani di Bellini. Per Rossini, che ritrova a Parigi, scriverà i testi delle Soirées Musicale, brani per una o due voci e pianoforte divenuti famosissimi da cui Liszt attingerà per le sue elaborazioni pianistiche.
Anche Rossini, come Liszt, arriva a Parigi nel 1823. Nell’anno successivo, riceverà l’incarico di Directeur de la musique et de la scène al Théâtre-Italien, ruolo ricoperto assieme al regista bolognese Carlo Severini e al banchiere e mecenate Alejandro María Aguado. Il contratto prevedeva l’obbligo di comporre opere: la sua prima produzione parigina più che un’opera fu una ipertrofica cantata scenico-celebrativa, Il viaggio a Reims, ossia L’albergo del giglio d’oro, rappresentata per celebrare l’incoronazione di Carlo X di Borbone. Il compositore venne ricompensato con una pensione reale. L’intensa attività parigina di Rossini negli anni ‘20 consacra Rossini come uno dei maggiori compositori dell’epoca: dopo l’Ivanhoé, (in realtà un pasticcio promosso da Antonio Pacini su libretto tratto da Walter Scott, con musiche provenienti da Semiramide, Cenerentola, Gazza ladra, Tancredi e da altre opere, rappresentato Teatro dell’Odéon il 15 settembre 1826) apparvero sulle scene de l’Opéra Le siège de Corinthe, (rifacimento di Maometto secondo, 9 ottobre 1826); Moïse et Pharaon, ou Le passage de la Mer Rouge (rifacimento di Mosè in Egitto, 26 marzo 1827); Il Conte Ory, (con molta musica proveniente dal Viaggio a Reims, 20 agosto 1828). L’apoteosi parigina avvenne però nel 1829 con il Guillaume Tell.
Nonostante i grandi successi ottenuti nel corso degli anni ‘20, in seguito alla Rivoluzione del luglio 1830 a Rossini venne prò revocata la pensione reale: il compositore, a quel tempo a Bologna, si precipitò a Parigi per intentare causa al governo di Luigi Filippo, procedimento che trovò soluzione solo nel 1836. Gli anni ‘30 portano profondi mutamenti nella vita di Rossini avvengono profondi mutamenti: sul piano artistico si registra la fine della sua produzione per il teatro, e sul piano personale (mentre si manifestano i primi sintomi dell’esaurimento nervoso che lo accompagnerà fino alla morte) avviene la separazione dalla Colbran e l’inizio della relazione con Olympe Péllissier, sua compagna per il resto della sua esistenza.
Nel 1831 Parigi diventa meta di fuoriusciti politici, in particolare di patrioti di origine bolognese reduci dalla sollevazione ricordata come i quarantaquattro giorni (febbraio-marzo 1831). Fra questi Carlo Pepoli, Francesco Orioli e Antonio Zanolini, che avevano avuto ruoli di primo piano nella ribellione, videro commutata la pena dal carcere all’esilio e poterono raggiungere Parigi dove incontrarono l’amico bolognese Rossini. Pepoli in esilio avrà una vita avventurosa divisa tra le esperienze militari nella legione straniera francese e l’attività di librettista per opere di Bellini (I Puritani), Nicola Vaccai (Giovanna Gay), Michele Costa, Vincenzo Gabussi, Ferdinado Paer e Saverio Mercadante. Per Rossini Pepoli comporrà i versi per le Soirées musicales, brani da camera a una e due voci e pianoforte che forniranno a Liszt il materiale per fortunate fantasie pianistiche, tra i brani più eseguiti durante il suo “pellegrinaggio” italiano. Zanolini ritrasse i suoi compagni di esilio, tra cui il conte Pepoli, in un prezioso quaderno conservato presso il museo del Risorgimento di Bologna. Egli si legò anche con solido rapporto di amicizia con Rossini; le tracce della loro frequentazione e i ricordi delle loro passeggiate parigine costituiscono il materiale del suo volume La biografia di Gioacchino Rossini, una delle più importanti fonti biografiche rossiniane. Dal 1837 Rossini tornò a vivere in Italia con Olympe Péllissier, cercando di sistemarsi prima a Milano e successivamente a Bologna, dove rimarrà fino al 1848. Dopo la sua fuga da Bologna ed un breve interludio fiorentino, Rossini tornerà in Francia per trascorrere il resto della sua vita tra Parigi e la residenza di Passy.