Rassegna musicale Liszt, musicista nel futuro
una coproduzione di Fondazione Istituto Liszt, Associazione MASK
eventi collegati al Symposium internazionale Liszt musicista transculturale
Giovedì 12 dicembre 2024 – ore 19.30
Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
via San Vitale 63
Concerto in collaborazione con
AngelicA | Centro di Ricerca Musicale, Icarus Ensemble,
Comune di Bologna, Città Unesco per la Cultura
OYO
– Our Youth Orchestra
(Cesena) + Icarus Ensemble (Reggio Emilia)
Collegamento al sito di Angelica per informazioni su biglietti e prevendita
PROGRAMMA
Béla Bartók (Nagyszentmiklós, 1881 – New York, 1945)
Danze
popolari rumene
(1917)
nr. 1 Jocul cu bâtă (Danza del bastone)
nr. 2 Brăul (Danza della fascia)
per orchestra d’archi
Massimiliano Messieri (Bologna, 1964)
arrangiamento per orchestra d’archi (2024)
da La Romanesca prima versione (1832) di Franz Liszt
prima assoluta
Vahid
Eftekhar Hosseini
(Iran, 1984)
Soundstheatre XI, Le sensibilità delle tenebre (2024)
per orchestra d’archi, arpa, percussioni
prima
assoluta
Luigi Sammarchi (Bologna, 1962)
Notte
chiamar quel sol che non comprende (2024)
chemin su Il Pensieroso
per orchestra d’archi ed elettronica
prima assoluta
Franz Liszt (Raiding , 1811 – Bayreuth, 1886)
Angelus (1882)
per orchestra d’archi
Riccardo Nova (Milano, 1960)
Kunti
Mantra, con combattimento (2017)
per orchestra d’archi, percussioni, arpa, elettronica
Alberto Caprioli (Bologna, 1956)
Ode
al silenzio
(2024)
su frammenti del St. Stanislaus di Franz Liszt
per contrabbasso e orchestra d’archi
prima
assoluta
Franz Liszt
Am
Grabe Richard Wagners
(1883)
per orchestra d’archi e arpa
Francesco Filidei (Pisa, 1973)
Consonanze
Stravaganti
(2013)
da Giovanni Maria Trabaci
Ciaccona (2013)
da Tarquinio Merula
per orchestra d’archi
Questo concerto si abbina al symposium organizzato dalla Fondazione Istituto Liszt il 13 e 14 dicembre 2024 sul tema “Liszt compositore transculturale”. Il tema della sacralità e del dialogo con le tradizioni popolari di origine orientale è al centro di questo programma che affianca brevi composizioni per archi del vecchio Liszt ispirate a visioni angeliche e di morte, all’inedita trascrizione di Massimiliano Messieri della Romanesca di Liszt (il cui tema viene spazializzato nel passaggio tra le diverse voci dell’orchestra d’archi), a fianco della nota rielaborazione creata da Béla Bartók di alcune danze rumene.
Per questa occasione sono state commissionate nuove composizioni ad alcuni compositori di area bolognese. La frammentazione e ricostruzione di impulsi melodici provenienti dall’oratorio lisztiano dedicato al martirio del vescovo polacco San Stanislao guida la suggestiva visione sonora di Alberto Caprioli, che vede il contrabbasso nel ruolo di protagonista. Lo slancio surreale di Luigi Sammarchi ci conduce alla moltiplicazione per strati sonori (nella quale gli archi si perdono tra le sonorità di una voce femminile virtuale) della statica meditazione lisztiana ispirata a Michelangelo e al noto sonetto “Caro m’è ‘l sonno, e più l’esser di sasso, mentre che ‘l danno e la vergogna dura; non veder, non sentir m’è gran ventura; però non mi destar, deh, parla basso“.
Frammentaria e colorata da suggestioni modali e orientali è l’improvvisazione guidata dal compositore iraniano (ma di formazione bolognese) Vahid Hosseini, che sviluppa cadenze e gestualità provenienti dalle rapsodie ungheresi, filtrate dalla propria competenza di musicista classico persiano. Virtuosistiche e leggendarie sono le soluzioni adottate da Riccardo Nova nel Mantra per archi, percussioni, arpa ed elettronica, la cui saturazione timbrica ci conduce all’oggettività solenne e allucinata delle musiche legate al sacrificio, le cui strutture ritmico/melodiche vengono generate da grammatiche mnemoniche di origine vedica e da correlate sequenze numeriche che generano salmodie. La sovrapposizione di diversi sistemi di intonazione e accordatura ci proietta inoltre in uno spazio sonoro nel quale coesistono le dimensioni arcaiche e nuove. Chiude la serata con toni di accesa gestualità la rielaborazione in chiave neo-barocca di Francesco Filidei, che ci riconduce alle sensazioni iniziali e agli intensi e irregolari giochi ritmici delle danze e degli ostinati rumeni di Bartók e della Romanesca di Liszt.
OYO (Our Youth Orchestra) è una realtà creata dai giovani per i giovani, per suonare e crescere insieme. In due anni di attività ha coinvolto più di 50 musicisti nel territorio Emiliano-Romagnolo appoggiandosi all’associazione MASK APS, che vanta oltre 13 anni di esperienza. L’orchestra offre ai giovani musicisti l’opportunità di realizzare le loro idee creative e al pubblico la possibilità di conoscere sia il repertorio classico che quello contemporaneo, oltre a interagire attivamente con altre realtà locali. I musicisti si dedicano sia allo studio e alla continuazione delle tradizioni, con esecuzioni storicamente informate, sia alla musica contemporanea. OYO ha partecipato due volte al festival internazionale di musica contemporanea Forfest in Repubblica Ceca, e nel 2024 ha organizzato un laboratorio creativo con giovani compositori della regione. Durante le stagioni 2022/23 e 2023/24 sono stati realizzati diversi concerti in Italia e all’estero, anche grazie alle collaborazioni dell’Associazione Capire la Musica, YMEO, MASK ed Eliseo ArtLab.
OYO riunisce non solo i musicisti della regione ma anche artisti, studiosi e imprenditori. Così sono nati concerti in collaborazione con la galleria Carlo Biagioli di San Marino, una serie di tre concerti con l’artista Maria Sky alla Galleria Comunale Ex Pescheria di Cesena e una conferenza-concerto con il Planetario di Ravenna e l’Associazione A.R.A.R. I sostenitori e collaboratori di questi concerti sono stati la Croce Rossa Italiana, l’Associazione Capire la Musica, YMEO, MASK ed Eliseo ArtLab. Dal 2024 anche la BCC Romagnola di Cesena è sostenitrice dei loro progetti.
Icarus Ensemble nasce nel 1994. Dal 2007 ha cominciato a occuparsi delle nuove generazioni, dapprima con Icarus Junior, un gruppo giovanile (9-15 anni) presentato in diverse rassegne anche internazionali (Biennale di Zagabria, FIMU Belfort, Spring Festival di San Francisco), poi con Icarus vs Muzak. Quest’ultima formazione, legalmente costituita dal 2020, si è esibita in contesti importanti quali Festival Cervantino, Centro Nacional de las Artes, Bellas Artes, Festival de Santa Lucia (Messico), Gaida Festival (Lituania), Festival di Badajoz (Spagna), oltre a stagioni italiane quali Ravenna Festival, Nuova Consonanza, Festival Aperto tra gli altri. Tra le pubblicazioni discografiche hanno all’attivo Paesaggi con macerie di Salvatore Sciarrino per Kairos; l’antologia Contemporay Music Book. 21st Century Italian Music per Da Vinci Classic, presentato in diretta su Radio3; Icarus plays Fausto Romitelli (BMG); Storie di Sto di Giorgio Gaslini (La Bottega Discantica); e sono presenti anche in The Italian Concerto di Heiner Goebbels (i dischi di angelica).
Tra le commissioni a compositori si segnalano quelle a Salvatore Sciarrino, Giorgio Battistelli e Ivan Fedele. Come Icarus vs Muzak hanno eseguito le musiche per il balletto Gold di Riccardo Nova al Mercat de las flors-Casa de la dansa di Barcellona con la compagnia catalana ROPA, e hanno in programma altri importanti progetti in futuro.
Dal 2024 il nome dell’ensemble è semplicemente Icarus Ensemble, divenendo di fatto erede dell’ensemble storico.