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Tra le visite a Venezia e a Bologna, Liszt si esibisce per l’Imperatore d’Austria presso il castello del Catajo, un’imponente fabbrica di origine medievale che sorge non lontano da Padova, nell’attuale comune di Battaglia Terme ai piedi dei colli Euganei. Partendo da un nucleo quattrocentesco, la famiglia Obizi diede sviluppo alla fabbrica alla fine del Cinquecento, ingrandendola a varie riprese sino al XIX secolo. Il castello ospitava uno dei primi teatri del Veneto e importanti collezioni d’arte, di strumenti musicali e di armi (oggi conservate all’Hofburg e al Kunsthistorisches Museum di Vienna) aperte al pubblico. Con l’estinzione della famiglia Obizi nel 1803, la proprietà passò in eredità agli Asburgo-Este duchi di Modena e Reggio, che qui trascorsero il loro esilio da Modena negli anni del periodo napoleonico. Con la Restaurazione, Francesco IV costruì l’ala detta “Castel Nuovo” che avrebbe ospitato, nel 1838, la famiglia imperiale al gran completo.
Franz Liszt in quell’anno è reduce dalla tappa genovese del suo pellegrinaggio italiano e sta per raggiungere Bologna dove ha appuntamento con Marie. Come suddito dell’Impero non può sottrarsi all’invito di esibirsi di fronte alla famiglia imperiale che si trovava riunita al Catajo in una sosta del viaggio di presentazione ai sudditi di Ferdinando I, già imperatore d’Austria e re d’Ungheria dal 1835, incoronato a Milano Re del Lombardo Veneto il 6 settembre 1838. Uno sguardo al parterre che ascoltò Franz Liszt al Catajo è utile per comprendere la fama di cui godeva in quel momento il giovane pianista: Ferdinando I d’Asburgo-Lorena, Imperatore d’Austria e re d’Ungheria; l’imperatrice Maria Anna di Savoia; Maria Luisa di Parma, sorella dell’Imperatore, già consorte di Napoleone e duchessa regnante di Parma, Piacenza e Guastalla; Teresa di Sassonia-Hildburghausen regina di Baviera; Ranieri D’Asburgo viceré del Lombardo-Veneto con la consorte Maria Elisabetta di Savoia-Carignano (sorella di Carlo Alberto) oltre a, naturalmente, il padrone di casa Francesco IV duca di Modena. Una lettera indirizzata dal Catajo a Marie che l’attendeva a Bologna, ci parla con accenti malinconici di un Liszt che non sembra proprio a suo agio in questo tipo di situazione: «Eccomi dunque al colmo dei miei dolori e dei miei onori […] Ho avuto l’onore di farmi ascoltare al Catajo davanti alle loro Maestà, l’Imperatore e l’Imperatrice» […].
Per fortuna la generosa offerta dell’Imperatore (1000 franchi!) riuscì a fargli sopportare con disinvoltura il disagio e una lettera di presentazione per il Granduca di Toscana – probabilmente – gli fece ritornare il buonumore. Non si deve dimenticare, infatti, che Liszt doveva pensare a mantenere una famiglia numerosa ed esigente: una contessa con due figlie piccole e un buon numero di aiutanti e la madre rimasta a Parigi.