9 – Letteratura, teatro e fermenti dell’Avvenire

Pagina
precedente

INIZIO
PERCORSO

Pagina
successiva

Charles Baugniet, François-Joseph Fétis, 1841
Franz Liszt, Sur l’état de la musique en ltalie, Lettre d’un bachelier ès- musique à Maurice Schlesinger (direttore della Revue et Gazette Musicale de Paris), 28 marzo 1839 (sotto, nella pagina)
Anonimo,
Johann Gottlieb Friedrich Wieck, s.d.
Anonimo,
Accademie. Liszt e Thalberg, due grandi pianisti, «Teatri, Arti e Letteratura», Bologna 17 maggio 1838
Francesco Regli,
Polemica. Guerra al signor Liszt, «Il Pirata», Milano, 17 luglio 1838
Neue Zeitschrifte fur Musik, frontespizio della raccolta della prima annata, Lipsia 1834
Joseph Kriehuher,
Ritratto di Robert Schumann, 1839
Revue Musicale, Parigi 28 marzo 1839. Franz Liszt, Lettre d’un bachelier ès-musique. De l’État de la Musique en Italie

Mentre in letteratura il movimento romantico va perdendo i suoi caratteri peculiari, nella vita musicale si nota un’atmosfera vivace e dinamica percorsa da opposte correnti: mentre è ancora “tipicamente romantica” la tendenza a idealizzare un lontano, mitico passato e nel contempo ad avere fiducia in un “avvenire” foriero di grandi conquiste e in una nuova “età poetica”, tipica del presente è la diffusione delle conoscenze attraverso la diffusione di nuove riviste che vanno nascendo: la Neue Zeitschrift für Musik fondata da Schumann a Lipsia; la Gazette Musicale de Paris, ereditata da Fétis ed ora edita da Schlesinger, alla quale Liszt indirizza le sue Lettere di un bacelliere in musica, con le sue impressioni e i suoi giudizi sulla vita musicale italiana.

Rossini si era volontariamente allontanato dalle scene teatrali dopo la sua opera “romantica” – il Guglielmo Tell del 1829 – ma manteneva uno sguardo acuto e critico su altri generi musicali, teatrali e non. Liszt, pur criticando aspramente l’arretratezza e l’inadeguatezza del massimo teatro italiano – la Scala di Milano – non cessa di frequentare il teatro d’opera in ogni sua tappa italiana. Inoltre, il fatto che egli veda la musica dell’avvenire su basi diverse da quelle che il recente passato aveva lasciato in eredità non sembra in contraddizione con la sua generosa offerta di intervenire personalmente per realizzare l’erezione a Bonn di un monumento a Beethoven, il musicista ritenuto ancora fondamentale per la musica del presente.
Il viaggio di Liszt in Italia e i contemporanei periodici soggiorni di Rossini fra Milano, Bologna e Firenze, rivelano in entrambi i musicisti i caratteri contrastanti degli intellettuali nel periodo fra le due rivoluzioni – quella del 1830 e quella del 1848 – periodo caratterizzato dall’espressione del dissenso e da un’intensa opposizione al conformismo nella maggioranza nei vari campi della vita musicale. Entrambi (e specialmente Rossini) rifuggono da un confronto diretto con la realtà, che preferiscono criticare o osservare con ironico distacco, per idealizzare piuttosto un avvenire che la superi, ma i cui lineamenti non riescono ad identificare concretamente.

Share