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La Milano del 1837 è una città ricca di salotti frequentati dall’alta borghesia e dalla nobiltà, da letterati, artisti e uomini politici. I più famosi si tenevano in Casa Branca, in Casa Maffei e in Casa Ricordi oltre a quelli di Cristina Trivulzio di Belgiojoso (personaggio dalla vita avventurosa di grande profilo nel mondo culturale e artistico dell’epoca: Liszt e Rossini saranno in contatto con lei a Parigi e in Italia) e Giulia Samoyloff. Un quadro della paesaggista Fulvia Bisi ci dona uno spaccato della vitalità e ricchezza artistica dei salotti milanesi. Nel Convegno in Casa Branca si possono riconoscere Gaetano Donizetti al pianoforte con il contralto Giuseppina Grassini, Rossini in piedi che sembra battere il tempo e Cirilla Branca figlia della padrona di casa, pianista e compositrice che diverrà famosa come il Liszt delle pianiste lombarde. Fra gli ascoltatori ritroviamo Liszt, Thalberg, la famosissima cantante Giuditta Pasta e altri protagonisti della vita musicale milanese. Liszt frequentò soprattutto però Casa Rossini, e così scrisse in una delle Lettres «Rossini tornato a Milano… ha aperto la sua casa ai compatrioti… Circondato da uno sciame di giovani dilettanti, il maestro godeva a far studiare loro le sue più belle composizioni: appassionati e artisti, tutti si facevano un onore d’essere ammessi a questi concerti… saprete che ci sono poche città in Europa in cui la musica è tanto coltivata quanto lo è nella buona società milanese».
Liszt arriva a Milano il 29 agosto 1837 e mentre Marie lo aspetta a Como, alloggia presso Abate in Via dell’Agnello 963, in una piccola strada dietro al Teatro La Scala.
Nei periodi in cui a Milano c’è anche Marie, stanno all’albergo La bella Venezia, nella piazzetta San Fedele, dietro Palazzo Marino, lo stesso dove presero alloggio Honoré de Balzac e Stendhal.
Il soggiorno milanese è caratterizzato da un’intensa partecipazione alle riunioni che si tenevano in alcuni salotti frequentati dall’alta borghesia e dalla nobiltà, da letterati, artisti e uomini politici.
I più famosi erano quelli organizzati in Casa Branca, in Casa Maffei e in Casa Ricordi, presso Cristina Trivulzio di Belgiojoso e presso Giulia Samoyloff, cui Liszt dedica la sua trascrizione delle Soirées rossiniane.
Un riferimento molto significativo alla vita di società dei salotti milanesi è il Convegno in casa Branca, opera pittorica di una giovane Fulvia Bisi, che sarà poi una affermata paesaggista, un quadro risalente molto probabilmente al 19 dicembre 1837, in cui si riconoscono: Gaetano Donizetti seduto al pianoforte con al suo fianco la cantante Giuseppina Grassini; Rossini in piedi che pare che batta il tempo mentre Cirilla Branca, figlia della padrona di casa, ha un atteggiamento da cantante. Fra gli ascoltatori si notano: Liszt, in piedi, che conversa con una signora, Sigismund Thalberg, Giuditta Pasta, e altri invitati che formano un coretto. Ma Liszt a Milano frequentò soprattutto casa Rossini, dove rinsaldò un’amicizia coltivata già da molti anni.
Nel dicembre 1837 Liszt si esibisce in almeno due occasioni nel Ridotto della Scala, partecipando anche a una Grande Accademia insieme ai pianisti Hiller, Pixis, Schoberlechner, Mortier, Origgi. Venne anche eseguita la Sinfonia de Il flauto magico a sei mani e tre pianoforti che provocò le lacrime del figlio di Mozart, Carl, presente in sala.
Liszt si esibisce per la prima volta in Italia presentando brani dalle sue trascrizioni delle Soirées Musicales di Rossini, da opere italiane, il suo Studio trascendentale n. 11, Harmonies de soir e improvvisazioni su temi suggeriti dagli spettatori, anche con soggetti curiosi come “Il Duomo di Milano”, “Se sia meglio prendere moglie o restare scapoli” o “La strada ferrata tra Milano e Venezia”. Il pubblico riservò a Liszt un’accoglienza al di sopra delle sue stesse aspettative. Il 16 marzo 1838 Franz e Marie lasciano Milano per Venezia: Liszt tornerà per assistere all’Incoronazione dell’Imperatore Ferdinando I a Re del Lombardo Veneto il 6 settembre.
Così si espresse Liszt nel suo scritto La Scala, tratto dalle Lettres d’un Bachelier ès-musique: «Rossini, tornato a Milano […] ha aperto la sua casa ai compatrioti, e per tutto l’inverno un gran numero di persone, che avevano fretta di rendere omaggio a una delle più grandi glorie d’Italia, ha riempito i suoi salotti. Circondato da uno sciame di giovani dilettanti, il maestro godeva a far studiare loro le sue più belle composizioni; appassionati e artisti, tutti si facevano un onore d’essere ammessi a questi concerti. […] saprete che ci sono poche città in Europa in cui la musica è tanto coltivata quanto lo è nella buona società milanese». Il 10 dicembre 1837 Liszt tiene nel Ridotto della Scala una Grande Accademia insieme a Ferdinand Hiller (1811-1885) e a Johann Peter Pixis (1788-1874): è questa la prima apparizione pubblica di Liszt in Italia. Nel suo primo concerto solistico nella Sala grande della Scala Liszt esegue brani dalla sua trascrizione delle Soirées musicales di Rossini, trascrizioni da opere italiane, uno dei suoi Studi trascendentali (n. 11 Harmonies du soir) e improvvisazioni su temi suggeriti dagli spettatori, e fra questi anche soggetti tratti dal mondo extra musicale, ad esempio: Il Duomo di Milano, Se sia meglio prendere moglie o restare scapolo, La strada ferrata fra Milano e Venezia; ecc. Di questi contatti con il pubblico milanese Liszt rimase molto soddisfatto, tanto che scrisse in una delle sue Lettres al giornale parigino: «Sarei ingrato se non aggiungessi qui che il pubblico di Milano è stato nei miei confronti di una benevolenza molto superiore alle mie aspettative e che le espressioni di soddisfazione di cui è stato prodigo sarebbero sufficienti a soddisfare un amor proprio più esigente del mio». Il 16 marzo 1838 Liszt e Marie lasciano Milano per recarsi a Venezia, dove arrivano il 20 marzo. Liszt, dopo la visita a Venezia e a Lugano, tornò a Milano il 29 agosto per assistere all’incoronazione dell’imperatore austriaco Ferdinando I a Re del Lombardo Veneto (6 settembre 1838). Vi prese parte tra il pubblico e lasciò nei suoi scritti delle impressioni poco favorevoli della cerimonia.