XXVIII STAGIONE 2024-2025
Domenica 10 novembre, ore 17
Istituto Liszt, via A. Righi, 30
Alessandro Tenaglia, pianoforte
Archivio per la categoria ‘STAGIONI MUSICALI’
XXVIII STAGIONE 2024-2025
Domenica 13 ottobre, ore 17
Istituto Liszt, via A. Righi, 30
Jacopo Golin, pianoforte
Vincitore premio Liszt Concorso internazionale Città di Minerbio 2023
XXVIII STAGIONE 2024-2025
Domenica 29 settembre, ore 17
Istituto Liszt, via A. Righi, 30
AMERICAN LEGACY TRIO
Larisa Elisha, violino
Steven Elisha, violoncello
Marco Rapattoni, pianoforte
Domenica 15 ottobre 2023, ore 17
Biblioteca della Chiesa di San Francesco
Piazza San Francesco, Bologna
Quintetto Galanterie a plettri
Mauro Squillante, mandolino direzione
Anna Rita Addessi, mandolino
Pietro Marchese, mandola
Monica Paolini, chitarra
Nicola Baroni, violoncello
In collaborazione con il Dipartimento
di Scienze dell’Educazione, Università di Bologna
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Sabato 18 novembre 2023, ore 17
Domenica 19 novembre 2023, ore17
Fondazione Istituto Liszt
Via A. Righi 30, Bologna
Ferenc Gulyás, strumenti popolari ungheresi
Per la rassegna
Liszt Musicista nel Futuro
Nell’ambito della XXVII Stagione Musicale 2023-2024
Domenica 3 dicembre 2023, ore 17
Fondazione Istituto Liszt
Via A. Righi 30, Bologna
Maurizio Leoni, baritono
Roberto Calidori, pianoforte e voce recitante
PROGRAMMA
Su testi di JOHANN WOLFGANG VON GOETHE (1749-1832):
FRANZ SCHUBERT (1797-1828) FRANZ LISZT (1811-1886) | Der König in Thule, D 367 Es war ein König in Thule, 2a versione S 278/2 |
F. SCHUBERT F. LISZT | Die Liebe (Freudvoll und Leidvoll), D 210 Freudvoll und Leidvoll, 3a versione S 280/2 |
F. SCHUBERT F. LISZT | Wandrers Nachtlied (Der du von dem Himmel bist), D 224 Der du von dem Himmel bist, 3a versione S 279/3 |
F. SCHUBERT ROBERT SCHUMANN (1810-1856) F. LISZT | Wer nie sein Brot mit Tränen aß, D 480 Wer nie sein Brot mit Tränen aß, Op. 98 n. 4 Wer nie sein Brod mit Tränen aß, 2a versione, S 297/2 |
F. SCHUBERT | Erlkönig, D 328 |
F. SCHUBERT | Moment musical, D 780 n. 2 (pianoforte solo) |
Su testi di HEINRICH HEINE (1797-1856): | |
R. SCHUMANN F. LISZT | Du bist wie eine Blume, Op. 25 n. 24 Du bist wie eine Blume, 2a versione S 287/2 |
R. SCHUMANN F. LISZT | Morgens steh ich auf und frage, Op. 24 n. 1 Morgens steh ich auf und frage, 2a versione S 290/2 |
R. SCHUMANN F. LISZT | Im Rhein, im heiligen Strome, Op. 48 n. 6 Im Rhein, im schönen Strome, 2a versione S 272/2 |
Su testo di FRIEDRICH RÜCKERT (1788-1866): | |
R. SCHUMANN | Widmung, Op. 25 n. 1 |
R. SCHUMANN | Fantasiestück, Op. 111 n. 2 (pianoforte solo) |
Su testo di NIKOLAS LENAU (1802-1850): | |
F. LISZT | Die drei Zigeuner, S 383 |
Il programma pone a confronto alcuni Lieder di Liszt con altri di Schubert e Schumann sugli stessi testi poetici di Goethe e di Heine. Liszt selezionava i testi da musicare in modo rapsodico ed estemporaneo, spesso su suggerimento altrui, ma non è escluso che le prove dei due grandi liederisti sugli stessi testi gli avessero dettato queste scelte poetiche. Così pure non è escluso che Liszt vi avesse fatto qualche riferimento nell’atto di comporre le sue versioni, vuoi come fonte d’ispirazione, vuoi come omaggio affettuoso; e ciò persino in Wer nie sein Brot, unico confronto a tre del programma, in cui l’avveniristica e visionaria 2a versione di Liszt appare a distanza siderale dai predecessori. Lasciamo all’uditorio il piacere di trarre le proprie impressioni, e formarsi le proprie idee al proposito, dal confronto diretto e ravvicinato delle diverse intonazioni: infatti il programma si dipana raggruppando i brani non, come d’uso, per autori delle musiche, bensì per singoli testi poetici. Liszt ben conosceva la produzione liederistica di Schubert e di Schumann, da cui trasse rispettivamente 58 e 12 trascrizioni per pianoforte solo. Il programma comprende anche due Lieder da cui Liszt avrebbe poi tratto sue trascrizioni senza musicarne a sua volta i testi: Erlkönig di Schubert e Widmung di Schumann (che cita l’Ave Maria di Schubert nel postludio pianistico). Diversamente dalle parafrasi operistiche, nelle quali Liszt diede più libero sfogo alla fantasia, le sue trascrizioni si mantengono abbastanza fedeli al Lied originario: sarebbe perciò ripetitivo e ridondante accostarvele, e a questi due Lieder si è preferito affiancare due brani pianistici dei rispettivi autori, nei quali Schumann sembra riecheggiare il clima espressivo di Schubert. Ci è piaciuto concludere il programma con un Lied di Liszt estraneo ai due grandi predecessori, Die drei Zigeuner, come metafora delle trasmigrazioni di idee musicali poi soggette alla rielaborazione personale di ogni compositore.
(Roberto Calidori)
MAURIZIO LEONI, bolognese eclettico, diplomato al Conservatorio di Bologna e Maestro Accademico con Lode all’Accademia Filarmonica Bolognese per indole ha approfondito e frequentato diversi ambiti della musica classica vocale: ha vinto il 1° Premio assoluto al Concorso “Caravita” di Musica da Camera esibendosi in svariati concerti liederistici, oratoriali e sinfonici in tutta Italia – dalla Sala Verdi a Milano a Santa Cecilia a Roma – ed è componente stabile di 3 formazioni da camera come il Notschibikitschi Ensemble (tre voci e tre clarinetti). Ha al suo attivo 14 Prime assolute nell’ambito dell’opera contemporanea – GESUALDO CONSIDERED AS A MURDER di L. Francesconi ad es. – e diverse esperienze nella produzione del ‘900: IL PRIGIONIERO col M° Pesko di L. Dallapiccola al Teatro Massimo di Catania, MARE NOSTRUM di e con il M. Kagel alla Biennale di Venezia e presso il Teatro Colon di Buenos Aires. Di rilevanza EIGHT SONGS FOR A MAD KNG di Peter Maxwell Davis al Teatro Verdi di Sassari, Amiata Piano Festival e Auditorium Sole 24 ore di Milano. Molti i ruoli operistici debuttati: da LEPORELLO col M° Malgoire a MARCELLO e SCHAUNARD col M° Renzetti, da GUGLIELMO del Così fan tutte a SCARPIA col M° Panni a Lecce, da FIGARO ne il Barbiere di Siviglia a RIGOLETTO col M° Agiman, GIORGIO GERMONT in Traviata, GIANNI in Gianni Schicchi in diversi Teatri italiani (Regio di Torino, Opera di Roma, La Fenice, Comunale a Bologna) ed esteri (Operà Comique di Parigi, Bunka Kaikan di Tokyo).
Infine, ma non per finire, ha svolto, da una parte anche attività d’attore: VESPONE, mimo della Serva Padrona, Bure Baruta al Teatrto2 di Parma o un “classico” Goldoni ne “L’Impresario delle Smirne” per il Teatro Stabile di Torino; e dall’altra di regista : Il Maestro di Scuola di Telemann (per il quale ha anche fatto la traduzione ritmica) al Verdi di Pisa, La Zingara di da Capua al Festival di Narni e Don Giovanni di V. Righini al Belcanto Festival di Dordrecht (Olanda).
ROBERTO CALIDORI si è diplomato in pianoforte al Conservatorio di Bologna sotto la guida di Pia Bonfanti; presso lo stesso Istituto ha poi conseguito i diplomi in Musica corale e direzione di coro, Strumentazione per banda, Composizione, Clavicembalo (col massimo dei voti) e di secondo livello in Clavicembalo (con lode e menzione d’onore). Si è perfezionato in Composizione all’Accademia Chigiana di Siena. Ha conseguito la laurea quadriennale in Discipline della Musica all’Università di Bologna. Ha seguito corsi di numerosi importanti maestri, tra i quali figura di riferimento è stata Emilia Fadini. Sul repertorio liederistico si è perfezionato con Erik Werba ed Irwin Gage. Con varie tastiere (pianoforte, clavicembalo, clavicordo e fortepiano) ha svolto attività concertistica come solista e in formazioni cameristiche, riscuotendo consensi di pubblico e di critica (tra cui sulla rivista “Piano Time”). Sue composizioni sono state eseguite. Ha collaborato come pianista accompagnatore al Centro di formazione professionale per Artisti del coro del Teatro Comunale di Bologna. Ha tenuto seminari sul contrappunto rinascimentale presso l’Università di Ferrara. Ha insegnato “Lettura della partitura” presso i Conservatori di Rovigo, Potenza e infine, per circa tre decenni, Ferrara.
Johann Wolfgang von Goethe Der König in Thule | Johann Wolfgang von Goethe Die Liebe |
Es war ein König in Thule Gar treu bis an das Grab, Dem sterbend seine Buhle Einen goldnen Becher gab. Es ging ihm nichts darüber, Er leert' ihn jeden Schmaus; Die Augen gingen ihm über, So oft er trank daraus. Und als er kam zu sterben, Zählt' er seine Städt' im Reich, Gönnt' alles seinem Erben, Den Becher nicht zugleich. Er saß beim Königsmahle, Die Ritter um ihn her, Auf hohem Vätersaale, Dort auf dem Schloß am Meer. Dort stand der alte Zecher, Trank letzte Lebensgluth, Und warf den heil'gen Becher Hinunter in die Fluth. Er sah ihn stürzen, trinken, Und sinken tief ins Meer. Die Augen täten ihm sinken; Trank nie einen Tropfen mehr. | Freudvoll Und leidvoll, Gedankenvoll seyn; Langen Und bangen In schwebender Pein; Himmelhoch jauchzend Zum Tode betrübt; Glücklich allein Ist die Seele, die liebt. |
Johann Wolfgang von Goethe Wandrers Nachtlied | Johann Wolfgang von Goethe Wer nie sein Brod mit Thränen aß |
Der du von dem Himmel bist, Alles Leid und Schmerzen stillest, Den, der doppelt elend ist, Doppelt mit Erquickung füllest, Ach ich bin des Treibens müde! Was soll all der Schmerz und Lust? Süßer Friede, Komm, ach komm in meine Brust! | Wer nie sein Brod mit Thränen aß, Wer nie die kummervollen Nächte Auf seinem Bette weinend saß, Der kennt euch nicht, ihr himmlischen Mächte! Ihr führt ins Leben uns hinein, Ihr laßt den Armen schuldig werden, Dann überlaßt ihr ihn der Pein: Denn alle Schuld rächt sich auf Erden. |
Johann Wolfgang von Goethe Erlkönig | Heinrich Heine Du bist wie eine Blume |
Wer reitet so spät durch Nacht und Wind? Es ist der Vater mit seinem Kind; Er hat den Knaben wohl in dem Arm, Er faßt ihn sicher, er hält ihn warm. Mein Sohn, was birgst du so bang dein Gesicht? - Siehst, Vater, du den Erlkönig nicht? Den Erlenkönig mit Kron' und Schweif? Mein Sohn, es ist ein Nebelstreif. - »Du liebes Kind, komm, geh mit mir! Gar schöne Spiele spiel' ich mit dir; Manch' bunte Blumen sind an dem Strand; Meine Mutter hat manch' gülden Gewand.« Mein Vater, mein Vater, und hörest du nicht, Was Erlenkönig mir leise verspricht? - Sey ruhig, bleibe ruhig, mein Kind; In dürren Blättern säuselt der Wind. - »Willst, feiner Knabe, du mit mir gehn? Meine Töchter sollen dich warten schön; Meine Töchter führen den nächtlichen Reihn, Und wiegen und tanzen und singen dich ein.« Mein Vater, mein Vater, und siehst du nicht dort Erlkönigs Töchter am düstern Ort? - Mein Sohn, mein Sohn, ich seh' es genau; Es scheinen die alten Weiden so grau. - »Ich liebe dich, mich reizt deine schöne Gestalt; Und bist du nicht willig, so brauch' ich Gewalt.« - Mein Vater, mein Vater, jetzt faßt er mich an! Erlkönig hat mir ein Leids gethan! - Dem Vater grauset's, er reitet geschwind, Er hält in Armen das ächzende Kind, Erreicht den Hof mit Mühe und Noth; In seinen Armen das Kind war todt. | Du bist wie eine Blume So hold und schön und rein; Ich schau' dich an, und Wehmut Schleicht mir ins Herz hinein. Mir ist, als ob ich die Hände Aufs Haupt dir legen sollt', Betend, daß Gott dich erhalte So rein und schön und hold. |
Heinrich Heine Morgens steh' ich auf | Heinrich Heine Im Rhein, im schönen Strome |
Morgens steh' ich auf und frage: Kommt feins Liebchen heut? Abends sink' ich hin und klage: Aus blieb sie auch heut. In der Nacht mit meinem Kummer lieg' ich schlaflos, wach; träumend, wie im halben Schlummer, träumend wandle ich bei Tag. | Im Rhein, im heiligne Strohme, Da spiegelt sich in den Well'n Mit seinem großen Dome Das große, heil'ge Köln. Im Dom da steht ein Bildnis, Auf goldnem Leder gemalt; In meines Lebens Wildnis Hat's freundlich hineingestrahlt. Es schweben Blumen und Eng'lein Um unsre liebe Frau; Die Augen, die Lippen, die Wänglein, Die gleichen der Liebsten genau. |
Friedrich Rückert Widmung | Nikolaus Lenau Die drei Zigeuner |
Du meine Seele, du mein Herz, Du meine Wonn', o du mein Schmerz, Du meine Welt, in der ich lebe, Mein Himmel du, darein ich schwebe, O du mein Grab, in das hinab Ich ewig meinen Kummer gab! Du bist die Ruh, du bist der Frieden, Du bist der Himmel, mir beschieden. Daß du mich liebst, macht mich mir werth, Dein Blick hat mich vor mir verklärt, Du hebst mich liebend über mich, Mein guter Geist, mein beßres Ich! | Drei Zigeuner fand ich einmal Liegen an einer Weide, Als mein Fuhrwerk mit müder Qual Schlich durch sandige Heide. Hielt der eine für sich allein In den Händen die Fiedel, Spielt', umglüht vom Abendschein, Sich ein feuriges Liedel. Hielt der zweite die Pfeif' im Mund, Blickte nach seinem Rauche, Froh, als ob er vom Erdenrund Nichts zum Glücke mehr brauche. Und der dritte behaglich schlief, Und sein Zymbal am Baum hing; Über die Saiten der Windhauch lief, Über sein Herz ein Traum ging. An den Kleidern trugen die drei Löcher und bunte Flicken; Aber sie boten trotzig frei Spott den Erdengeschicken. Dreifach haben sie mir gezeigt, Wenn das Leben uns nachtet, Wie man's verraucht, verschläft, vergeigt, Und es dreifach verachtet. Nach den Zigeunern lang' noch schaun Mußt ich im Weiterfahren, Nach den Gesichtern dunkelbraun, Den schwarzlockigen Haaren. |
Sabato 16 dicembre 2023, ore 17
Fondazione Istituto Liszt
Via A. Righi 30, Bologna
Conferenza del Dr Shay Loya
(City, University of London)
Per la rassegna
Liszt Musicista nel Futuro
Nell’ambito della XXVII Stagione Musicale 2023-2024
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Domenica 17 dicembre 2023, ore 17
Fondazione Istituto Liszt
Via A. Righi 30, Bologna
Gregorio Nardi, pianoforte
Per la rassegna
Liszt Musicista nel Futuro
Nell’ambito della XXVII Stagione Musicale 2023-2024
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Il destino singolare e drammatico di un musicista nell’Italia della seconda metà dell’Ottocento, nella Bologna che voleva essere all’avanguardia
Domenica 21 gennaio 2024, ore 17
Museo di San Colombano
Via Parigi 5, Bologna
Uno spettacolo de Il Ruggiero
Narrazioni originali di Emanuela Marcante
Ricerche storiche di Emanuela Marcante Daniele Tonini, Luigi Verdi, Tommaso Zaghini
Ideazione, regia, apparato visivo e ricerca iconografica, video e musiche a cura di Emanuela Marcante e Daniele Tonini
Musiche dalle opere e dalle romanze da camera di Stefano Gobatti con evocazioni musicali da Giuseppe Verdi e Richard Wagner
Daniele Tonini, voce recitante, canto, flauto
Emanuela Marcante, voce recitante, pianoforte
1873: al Teatro Comunale di Bologna va in scena la première dell’opera lirica I Goti di Stefano Gobatti, giovane musicista di buoni maestri musicali, proveniente da Bergantino, piccolo paese del Polesine. È un successo senza precedenti che diventa un caso ‘nazionale’, travolgendo la vita musicale di Bologna, città animata da slanci appassionati verso la musica ‘dell’avvenire’, con un teatro che voleva farsi portavoce delle tendenze artistiche più moderne in anni di grandi trasformazioni politiche e sociali.
È una storia intensa ed emblematica quella di Stefano Gobatti (Bergantino, 1852 – Bologna, 1913), musicista oggi quasi dimenticato, protagonista di uno dei più clamorosi casi di successo, esaltazione e successivo inarrestabile oblìo della storia della musica. La sua vicenda si svolge tra gli ampi scenari delineati da avvenimenti cruciali per la storia di Bologna e dell’Italia, còlta nel momento in cui la nazione – ormai con Roma capitale – si muoveva verso nuovi ideali di modernità.
Stefano Gobatti si muove in un contesto di cui diviene per un momento protagonista importante, in un ambiente musicale ricco e vivace, tra lotte artistiche e commerciali di editori e teatri ma anche tra contrasti politici cittadini e nazionali: uno scenario in cui la sua storia personale diviene anche rappresentativa di un dramma morale tragico, da personaggio di un romanzo di Balzac.
Nello spettacolo Il caso di Stefano Gobatti, compositore di teatro, le sue opere – I Goti, Luce, Cordelia, Massias – e le sue romanze da camera risuonano come testimoni di un mondo musicale sensibile e personale che s’inquadra perfettamente nel contesto di quegli anni… accompagnate da letture, narrazioni, immagini, le idee musicali di Gobatti si manifestano come tasselli di un ampio quadro di rimandi in cui la musica racconta la storia di un’epoca. E in cui Stefano Gobatti, sventurato e romanzesco protagonista, è posto all’attenzione del pubblico nella sua semplice ‘purezza’ e nelle sue idealità umane e artistiche.
Durante lo spettacolo verranno eseguiti i seguenti brani di Stefano Gobatti:
Perché piangi, Romanza op.50, alla Celebre Artista di Canto Signora Erminia Borghi-Mamo, parole di Corrado Pavesi Negri
Ballatella campestre op.52, Tutta ed intera la veridica istoria di “Sor Giuseppe poverino”, parole di G. Rosselmini e G. Barbanti (Poggiopiano, Pisa, ottobre 1891).
In musica (Musica odiosa) op.51, all’Illustre Maestro Cav. Giuseppe Martucci, parole di Lorenzo Stecchetti [Olindo Guerrini]
Autunno, op.100, Romanza per Canto e Pianoforte, parole di Olindo Guerrini [dalla raccolta Postuma]
Per lei scampo più in terra non v’ha… La gente romana prostrata ed inulta, da I Goti, scena e aria di Lausco, atto II
Vorrei morir!.., Melodia, op. 53
Emanuela Marcante ha condotto studi filosofici, musicali, artistici e teatrali, ha lavorato come musicista, ideatrice e scrittrice di spettacoli e regista in Italia, Europa e in America. Si occupa di nuove scritture di testi e di creazione di produzioni multimediali. È stata docente e responsabile di progetti in ambito vocale e teatrale e di analisi cinematografica presso università e istituzioni americane, dalla University of British Columbia di Vancouver (Canada) alla UCLA di Los Angeles e all’Istituto Superior de Arte e Università de l’Avana e presso ICAIC (Cuba).
Daniele Tonini ha studiato flauto traverso e strumenti storici e quindi canto e interpretazione teatrale con Claudio Desderi e Carlo Bergonzi, prendendo parte a numerose produzioni operistiche e concertistiche in Italia, Europa e Nord America con repertori dal Seicento al contemporaneo e con un parallelo lavoro di pubblicazione musicologica. Laureato in Conservazione dei Beni Culturali è attivo in ambito fotografico e artistico con l’insegnamento di Guido Guidi, si occupa – in parallelo al lavoro visivo per Il Ruggiero e per mostre e performance per varie istituzioni – di ricerca iconografica e iconologica, fotografica e storico-artistica con pubblicazioni legate a diversi percorsi artistici.
Domenica 18 febbraio 2024, ore 17
Fondazione Istituto Liszt
Via A. Righi 30, Bologna