Fondazione Istituto Liszt onlus
Via A. Righi n. 30, Bologna, ore 17
Andrea Carcano, pianoforte
PROGRAMMA, PROGETTO RAPSODIE UNGHERESI, III
Franz Liszt
Rapsodia ungherese n. 5 “Héroïde Elegiaque”
Rapsodia ungherese n. 13
Studio trascendentale n. 3 “Paysage”
Rapsodia ungherese n. 14
Rapsodia ungherese n. 18
Rapsodia ungherese n. 19
Studio trascendentale n. 4 “Mazeppa”
Salotto musicale stagione 2015-2016
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Alla riapertura della stagione concertistica della Fondazione Istituto Liszt, Andrea Carcano riprende il discorso sulle Rapsodie lisztiane iniziato prima dell’estate da Adalberto Riva e da Giacomo Fuga.
Durante i primi due appuntamenti cercammo di sottolineare alcuni elementi che davano una diversa personalità alle rapsodie presentate nei due concerti. Questa sera cercheremo invece di sottolineare l’elemento unificante, quello che dà alle Rapsodie un carattere tutto particolare, inconfondibile, ossia la presenza di scale e accordi estranei alla tradizione occidentale. Infatti, anche se non si ha una conoscenza approfondita delle strutture musicali, ad un ascolto attento non può sfuggire la particolare coloratura di questa musica, che deriva appunto dall’uso di scale antiche, rarissime nella letteratura occidentale. Queste scale (circa una decina) derivano fondamentalmente da due diversi filoni: il repertorio del verbunkos e quello della tradizione turca diffusa nella Penisola Balcanica, che fece parte per secoli dell’Impero Turco.
Quello che si definisce il repertorio verbunkos non è qualcosa di unitario, anzi è un insieme molto complesso di tradizioni diverse. Prima di tutto dobbiamo pensare ad una lunga tradizione di musica non scritta, che comprende: 1) la musica delle orchestrine tzigane, che mescolava brani di origine rumena, slava e balcanica con elementi occidentali; 2) il repertorio dei locali di ritrovo cittadini, di cui si ha notizia a partire dal 1760.
C’è poi un repertorio tramandato a stampa, con il nome degli autori, a partire dal 1780 circa, che comprende tre filoni: 1) le pubblicazioni di musica ungherese (czardas, bihari, gavotte…); 2) la tradizione viennese di musica “all’ongarese”: rondò per violino solo o complessi strumentali con grande enfasi sulla virtuosità e operette con canto; 3) brani di carattere folclorico presenti anche nel repertorio più “classico”, come ad esempio nei quartetti di Haydn.
Se a questo “colorito” particolare dato dalle scale, aggiungiamo un tratto formale altrettanto caratteristico, ossia l’alternanza di brani lenti e di brani vivaci, anzi sempre più vivaci man mano che il pezzo raggiunge la conclusione, avremo descritto i due aspetti principali che caratterizzano l’opera monumentale delle Rapsodie di Liszt. (R.D.)
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Andrea Carcano, proveniente dalla scuola di Bruno Canino, è impegnato in un’attività concertistica che lo ha visto ospite di importanti istituzioni italiane e internazionali.
Con il gruppo Entr’acte è stato presente nel cartellone della stagione del Teatro Arcimboldi e successivamente in altre quattro differenti stagioni al Teatro alla Scala. La collaborazione con ACAM ha inizio alla Nuova Fenice di Venezia (con ripresa alla società del Giardino di Milano) con il Triplo Concerto di Beethoven eseguito assieme a Matteo Fedeli e Rocco Filippini sotto la direzione di M.I. Benaglia. Invitato alle Settimane musicali di Stresa per l’esecuzione della Sonata n. 6 op. 82 di Prokofieff nell’ambito dell’integrale delle Sonate, è chiamato ad interpretare il Concerto op. 35 di Shostakovic con l’orchestra sinfonica del Friuli Venezia Giulia in occasione delle celebrazioni del centenario del compositore.
È stato invitato da Michele Campanella a partecipare alla giornata inaugurale delle maratone Liszt all’Auditorium Parco della Musica di Roma organizzate in collaborazione con la Liszt International Society, con un significativo programma dedicato alle opere della gioventù.
Ha registrato per Bottega Discantica e Acam Recording musiche di Bach, Beethoven, Liszt, Godowsky, Mendelssohn, Harsany, Francaix. Il suo ultimo CD solistico è dedicato a trascrizioni da musiche di Bach di Busoni, Friedman e Szanto.
Nel campo della musica da camera ha presentato un considerevole repertorio in duo con artisti italiani e stranieri (ultimi in ordine di tempo al festival Longlake di Lugano i violoncellisti Christine Walevska, Edgar Moreau, Franco Maggio Ormezovsky e la virtuosa di Erhu Sun Huang) oltre a gruppi quali “I solisti della Scala”, il “Trio d’ance italiano”, “Entr’acte – musicisti del Teatro alla Scala”, le prime parti dell’orchestra sinfonica della RTSI di Lugano e i Solisti dell’orchestra Mozart di Bologna coi quali ha eseguito la Suite op. 29 di Schönberg e Derive 1 di Boulez.
Attualmente è titolare di cattedra di pianoforte principale presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria.