E’ attraverso l’opera di Antonio Basoli (Castel Guelfo, 18 aprile 1774 – Bologna, 30 maggio 1843) che conosciamo le più impressive – e impreviste – rappresentazioni della città di Bologna così come la vide Franz Liszt. L’artista bolognese aveva infatti pubblicato nel 1817 un volume di acquetinte intitolato Porte della Città di Bologna. Nel 1833 vide la luce, con l’aiuto dei fratelli Francesco e Luigi, la raccolta Vedute pittoresche della città di Bologna, una serie di acquetinte tratte da suoi quadri. Anche Basoli, socio del Casino al pari di altri artisti bolognesi – come, per esempio, lo scultore Cincinnato Baruzzi -, potrebbe essere stato presente al concerto di Liszt nel salone di Palazzo Bolognini.
Nel periodo della venuta di Liszt a Bologna, Basoli stava lavorando attorno alla sua ultima grande fatica artistica pubblicata nel 1839, forse una delle sue opere più visionarie, l’Alfabeto Pittorico, ossia raccolta di pensieri pittorici composti di oggetti comincianti dalle singole lettere alfabetiche.
Ricordiamo che l’allestimento e il progetto grafico della mostra bolognese su Liszt è stato a cura di Mario Brattella, lo scenografo e allestitore cui si deve anche l’indimenticabile allestimento della mostra bolognese Antonio Basoli. Ornatista, scenografo, pittore di paesaggio tenutasi nel 2008.
(D.T.)