Da sempre la musica sacro-liturgica di Liszt è stata eclissata dalla sua produzione pianistica e sinfonica. Ma l’immagine di un musicista rivolto quasi totalmente alla musica strumentale profana non tiene conto del cammino spirituale che lo accompagnò per tutta la vita. Oggetto di questa edizione sono due brani: Tu es Petrus e Dominus conservet Eum, composti nel 1880 e pubblicati a Roma, l’anno dopo, da Manganelli. Entrambi sono presenti in un manoscritto acquistato dalla Fondazione Istituto Liszt nell’ottobre 2008 dall’antiquario Kotte. Philippe Wolfrum, curatore della Grossherzog Carl Alexander Ausgabe der Musikalischen Werke Franz Liszt, afferma di aver basato la sua edizione del 1936 su quella del Manganelli poiché ritiene l’autografo perduto. Della stessa idea sono Leslie Howard e Michael Short, i quali, nel Catalogo delle opere di Liszt (Rugginenti 2004), pongono una crux desperationis nello spazio riservato all’indicazione dell’autografo.
Il presente studio dimostra che il Tu es Petrus, sebbene sia una Stichvorlage, possa essere considerato quasi in toto un autografo in virtù delle numerosissime aggiunte e variazioni inserite da Liszt, e che il Dominus conservet Eum sia un autografo in senso stretto poiché redatto interamente dal compositore nel verso del secondo folio, destinato in origine a restare vuoto, e firmato in calce dallo stesso Liszt.
Franz Liszt, Tu es petrus!
Franz Liszt, Dominus conservet eum
a cura di Ezio Spinoccia, Rarità lisztiane / Liszt Rarities, vol. 6, Lim, Lucca 2020