sabato 19 gennaio 2019

Fra invenzione e trascrizione

Museo di San Colombano – Collezione Tagliavini, ore 17
via Parigi 5, Bologna

Costantino Catena, pianoforte

Nell’ambito della mostra
DA PARIGI A BOLOGNA IN VIAGGIO CON LISZT E ROSSINI

Programma

Franz Liszt (1811-86) – Gaetano Donizetti (1797-1848)

Nuits d’été à Pausilippe (S399, 1838)

Franz Liszt – Gioachino Rossini (1792-1868)

da Soirées musicales
La gita in gondola (S424, 1837)

Franz Liszt

Tre Sonetti del Petrarca (S161, 1838-1858)

Gioachino Rossini

da Péchés de vieillesse – Album pour les enfants adolescentes
L’innocence italienne – La candeur française (1868)

Franz Liszt – Daniel Auber (1782-1871)

 Tarantelle de bravura d’après la Tarantelle de
 La Muette de Portici (S386, 1846)

Download programma di sala

Il concerto di questa sera presenta opere di Liszt e di Rossini in un rapporto non paritario: entrambi gli autori sono presenti con opere originali, ma solo Liszt appare anche come trascrittore. Rossini invece viene “trascritto” – come Donizetti e Auber – dal versatile, più giovane ungherese.

Ad una lettura più attenta, tuttavia, i rapporti fra “brano originale” e “trascrizione” sono più complessi. I pezzi trascritti da Liszt – Nuits d’été à Pausilippe (da Donizetti), La gita in gondola (da Rossini) e la Tarantelle de La Muette de Portici (da Auber), potrebbero essere considerati come “trascrizioni al quadrato”, in quanto i singoli autori “originali” hanno a loro volta attinto a piene mani dal repertorio popolare e lo hanno in qualche modo re-inventato, ossia “trascritto”.

Quanto ai Tre Sonetti del Petrarca, non si può non concordare che è opera assolutamente originale di Liszt. Le prime idee nacquero proprio durante il primo viaggio in Italia nel 1838-39 (il viaggio che viene descritto nella Mostra allestita in San Giorgio in Poggiale), quando la lettura delle Rime del Petrarca, insieme a passi famosi della Commedia di Dante,  coloravano di poesia i momenti più intimi di Franz e di Marie. Ma Costantino Catena non suona ciò che Liszt scrisse in Italia, bensì una versione posteriore di circa dieci anni, poi di nuovo riscritta e che ora appare nel secondo volume delle Années de pèlerinage. Italie (1858). Non viene forse il sospetto che anche in questo caso si ascolti una trascrizione di idee precedentemente “inventate”?

In sintesi, dunque, si dovrebbe dire che l’unico pezzo “originale” è quello di Rossini L’innocence italienne – La candeur française e così l’iniziale squilibrio fra l’“originale” Liszt e il “trascritto” Rossini si rovescerebbe a vantaggio di quest’ultimo che apparirebbe come l’unico a farci ascoltare un “brano di prima mano”

(R. D.)

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“Pianista di un tipo ormai raro nella sua generazione, in lui sfolgora anzitutto l’arte del cantare sulla tastiera con invenzioni di fraseggio che ne dimostrano la squisita intelligenza musicale”: definito con queste parole da Carlo Vitali sulla rivista Amadeus, Costantino Catena è stato ospite di importanti istituzioni concertistiche in vari paesi europei, in Australia, negli U.S.A., in Russia e in Giappone, tra cui l’Accademia Filarmonica di Bologna, la Philharmonia di San Pietroburgo, il Gasteig di Monaco di Baviera, il Liszt Memorial Museum di Budapest, il Conservatorio Tchaikovsky di Mosca, la Yasar Concert Hall di Izmir, la Winchester University, il Kennedy Center e la Georgetown University di Washington, la Filarmonica De Stat Transilvania di Cluj-Napoca, il Kusatsu International Festival, l’Ohrid Summer Festival.

Per la Fondazione Istituto Liszt di Bologna ha partecipato al progetto “Rarità lisztiane” registrando alcuni brani cameristici del compositore ungherese. Recording Artist per la casa discografica giapponese Camerata Tokyo, dal 2010 ha inciso molti CDs; le sue registrazioni, spesso premiate da riviste specializzate come Musica, Amadeus, Discophilia, Fanfare, Gramophone, Audiophile, Classic Voice, sono frequentemente trasmesse in Italia e all’estero.

Ha al suo attivo anche una notevole attività cameristica con artisti di fama internazionale quali Alessandro Carbonare, Michele Lomuto, Franco Maggio Ormezowski, Gabriele Geminiani, Carlo Parazzoli, Saschko Gawriloff, Sabrina-Vivian Höpker, Claudio Casadei, Massimo Quarta, Quartetto Savinio, Quartetto Adorno. Docente di pianoforte presso il Conservatorio di Musica “Giuseppe Martucci” di Salerno, è laureato sia in Filosofia che in Psicologia. Nel 2016 è stato ufficialmente designato Yamaha Artist.

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