Tiago de Oliveira Pinto è un musicista, musicologo e antropologo che ha vissuto e studiato a San Paolo, in Brasile. È stato professore ordinario di antropologia sociale presso l’ Università di San Paolo, prima di essere nominato titolare della cattedra di studi musicali transculturali presso l’Università di musica Franz Liszt di Weimar nel 2009. Nel 2017 la cattedra che detiene è stata convertita in una cattedra UNESCO, la prima cattedra musicologica UNESCO al mondo.
Tiago de Oliveira Pinto is a musician, musicologist and anthropologist with an educational and biographical background in São Paulo, Brazil. He was a full professor in Social Anthropology at the Universidade de São Paulo, before he was appointed Chair Holder on Transcultural Music Studies at the University of Music Franz Liszt Weimar in 2009. In 2017 the Chair he holds was converted into a UNESCO Chair, the first musicological UNESCO Chair world wide.
Musica e trance in una prospettiva transculturale
– La visione di Franz Liszt su Cecilia di Raffaello
Tiago de Oliveira Pinto, University of Music Franz Liszt, Weimar
La raffigurazione di Santa Cecilia, accompagnata da San Giovanni Apostolo, Maria Maddalena, San Paolo Apostolo e Agostino, è uno dei dipinti più emblematici di Raffaello. Franz Liszt fu sopraffatto dalla sua bellezza e dalle sue connotazioni simboliche. In una lettera all’amico Joseph d’Ortigue del 1838, egli racconta le sue impressioni sul capolavoro di Raffaello:
(…) la sua bellezza ideale mi colpì con la stessa violenza della sua rappresentazione.
La musica stessa e l’essere umano trasformato dalla musica, che in tal modo si avvicina alla sfera divina, sono i due temi che Liszt affronta nel suo testo sul dipinto di Raffaello. Da un lato Franz Liszt è interessato a una comprensione più profonda del potere della musica così come assorbita all’interno della sfera umana – dimensione qui incarnata da Cecilia – ma da un altro lato Liszt identifica un’immagine ideale della musica, che viene sviluppata tramite la presenza delle quattro figure raggruppate attorno a Cecilia. Il “principio di Cecilia” può essere descritto come una condizione di esistenza che viene indotta solo attraverso la musica: uno specifico stato spirituale di integrale rottura rispetto alla vita ordinaria.
Secondo Liszt questa è l’estasi di Cecilia che si libera dalla sfera mondana, ivi compresa la musica strumentale (profana). Cecilia è rapita in uno spazio senza tempo, che Liszt chiama “spazio illimitato”, mentre ascolta la musica degli angeli.
Lo stato alterato di coscienza innescato dalla musica, che la Cecilia di Raffaello esprime e che Liszt riconosce, aiuta in ultima analisi a comprendere musica e mito in un intreccio fisico e spirituale simultaneo che attraversa le culture. Questa esperienza musicale e religiosa non è legata a una particolare affiliazione culturale, perché questa qualità spiritualmente stimolante – e responsabilizzante – della musica può essere incontrata in tutte le società.
Music and Trance in a Transcultural Perspective
– Franz Liszt’s view on Cecilia from Raphael
Tiago de Oliveira Pinto, University of Music Franz Liszt, Weimar
The depiction of St. Cecilia, accompanied by St. John the Apostle, Mary Magdalene, St. Paul the Apostle and Augustinus, is one of Raphael’s most emblematic paintings. Franz Liszt was overwhelmed by its beauty and symbolic connotations. In a letter to his friend Joseph d’Ortigue from 1838 he gives account of his impressions on Raphael’s masterpiece:
(…) its ideal beauty seized me as violently as that of its representation.
Music itself and the human being transformed by music, who thus comes close to the divine sphere, are the two subjects that Liszt deals with in his text on Raphael’s painting. On the one hand, Franz Liszt is concerned with a deeper understanding of the power of music through its human integration, embodied here by Cecilia, and on the other hand he recognizes an ideal image of music, which he seeks to develop from the presence of the four figures grouped around Cecilia. The “Cecilia principle” could be described in such a way that it is only through music that a very specific spiritual state of human existence is promoted, a true rupture from ordinary life.
For Liszt it is about the ecstasy of Cecilia, who gets rid of the worldly, including instrumental (profane) music. She is enraptured in a timeless space, which Liszt calls “immeasurable space,” while she listens to the music of the angels. The altered state of consciousness triggered by music, which Raphael’s Cecilia expresses and which Liszt recognizes, ultimately helps to understand music and myth in a simultaneous physical and spiritual entanglement across cultures. This music and religious experience is not tied to a particular cultural affiliation, because this spiritually stimulating – and challenging – quality of music can be encountered in all societies.